Come smettere di avere paura di tutto e guarire dalla panofobia grazie all’aiuto dello psicoterapeuta.

Come psicologa a Torino https://www.natalipsicologatorino.it la paura è sicuramente una delle emozioni con la quale mi trovo più spesso ad avere a che fare.

C’era una volta un certo Pan, probabile figlio di Ermes e della ninfa Driope. Seppur di natali incerti, ciò che par certo è che fosse brutto assai, tanto da essere abbandonato per questo. Ma un po’ come il calabrone che se sapesse quanto pesa non volerebbe, così Pan aveva un carattere gioioso e zuzzurellone, per questo fu portato sull’Olimpo dove venne ben accolto e divenne amico intimo di Dioniso.

Anche le divinità si innamorano e Pan perse la testa per Siringa, una ninfa che sacrificò la sua stessa vita (facendosi trasformare in canna) pur di fuggire a gambe levate davanti a Pan. Il quale, da allora, torno’ a vagare nei boschi facendo scappare tutti proprio per la sua scarsa avvenenza.

Vi chiederete: dove è la relazione con la paura di tutto?

Panfobia, dal greco pan, tutto (ecco il riferimento alla divinità), detta anche panfobia o omnifobia, consiste nell’ avere timore di tutto, ma proprio tutto tutto. Per questo non è da confondere con la molto più diffusa fobia specifica, che si riferisce alla paura per un elemento (situazione, evento, agente atmosferico) specifico.

Il DSM-IV (la bibbia delle malattie mentali) illustra sia le caratteristiche delle fobie generalizzate (agorafobia,fobia sociale) che delle fobie specifiche (animali, oggetti,malattie).

In quest’ultimo caso siamo di fronte a delle paure specifiche dovute all’esposizione a uno stimolo predefinito (per citarne una tra tante: ofidiofobia, ovvero la paura dei serpenti). La persona teme di avere un attacco di panico e di perdere il controllo per l’ esposizione allo stimolo (il serpente appunto nel nostro esempio).

La soluzione messa in campo dalla persona per “risolvere” il problema è evitare l’esposizione allo stimolo. Nel caso del serpente in Italia potrebbe essere abbastanza facile ma come fare se si decidesse di fare un viaggio in altri posti (ad es.in Thailandia )?

E se invece la paura specifica fosse la paura del dentista (questa molto diffusa)?

Quando si parla invece di fobie generalizzate è perché  siamo di fronte a forte disagio, ansia e/o paura in situazioni come luoghi affollati, mentre si viaggia fuori casa da soli, al ristorante, allo stadio, mentre si è in fila per pagare,  ecc.

In tutti i casi comunque il problema è che tali paure vanno ad interferire con la vita lavorativa, sociale e relazionale della persona che ne è colpita.

Tornando alla panfobia, l’aver paura di tutto crea un impoverimento della qualità della vita su tutti i fronti. Anche perché alla fine ciò che si finisce per temere più di tutto è “la paura della paura” che in termine tecnico si chiama “ansia anticipatoria “.

A onor del vero c’è da dire che essa è presente anche in persone con poca ansia nei casi in cui lo stimolo esterno sia altamente minaccioso (Mogg & Bradley, 1999).

Il trattamento quindi dovrebbe puntare alla rivalutazione del significato dello stimolo e del suo contesto più che sulle modalità preattentive-attentive, sebbene quest’ultime risultino importanti nel mantenimento dei disturbi d’ansia.

Infatti su soggetti “portati” all’ansia anche stimoli minacciosi lievi possono rafforzare l’idea del mondo come pericoloso e questo circolo vizioso porterebbe a un incremento dell’ansia stessa.

Una delle soluzioni messe in atto con il “fai da te” (ovvero non rivolgendosi ad un professionista ) è, come dicevamo, quello di evitare le situazioni potenzialmente pericolose. Ma come spesso accade, la tentata soluzione del problema diventa essa stessa un enorme problema perché non fa che aumentare la percezione del mondo come minaccioso da un lato, e dall’altro crea dipendenza dalle persone che pensiamo possano “salvarci” dai pericoli esterni. Nei casi più gravi si arriva a mettere in atto una sorta di rituale propiziatorio (o più di uno) che nella mente del paziente hanno lo scopo di “salvarlo” dalle minacce del mondo (ad es. “se controllo che l’ auto sia chiusa facendoci tre giri intorno allora non capiterà nulla”). In questo caso però siamo nell’area dei disturbi ossessivi compulsivi, un’altra faccenda (si veda Disturbi ossessivi compulsivi: ecco le cause psicologiche e come guarire ).

Cosa possiamo dirne a livello epidemiologico?

Su un campione di 915 persone con diagnosi di fobia specifica, si è visto esistere una tendenza delle fobie a presentarsi in associazione fra loro, poichè il 24,4% dei soggetti aveva una singola fobia, ma il 26,4% due, il 23, 5% tre, il 10,4% quattro ed il 17,3% ne aveva più di 4 (Curtis et al., 1998).

Le fobie specifiche risulterebbero anche frequentemente associate al disturbo di panico, all’agorafobia, al disturbo ansioso generalizzato, alla fobia sociale, alla depressione (Barlow, 2002).

Ovviamente non si “trasmettono geneticamente” ma sicuramente ciò che rende fertile il terreno della loro insorgenza è la presenza di traumi trigenerazionali che aumentano la possibilità di sviluppare disturbi a carattere nevrotico. 

Dal mio “piccolo osservatorio” (il mio studio di Torino TERAPIA INDIVIDUALE) noto che per fortuna chi mi riporta: “Dottoressa ho paura di tutto” non è poi così frequente. E “tutto”, indagando meglio, alla fine non lo è.

È anche vero però che ci sono casi in cui, se la paura è tanto radicata e si protrae da molto tempo, è necessario affiancare al percorso terapeutico anche un trattamento farmacologico, sia per potenziarne gli effetti, sia per diminuire sintomi sicuramente invalidanti per il paziente e predisporlo meglio a capire da dove essa (panfobia o fobia specifica) abbia origine.

Diverse sono le tecniche utilizzate in questo senso e ciascun terapeuta utilizza le sue. Una di quelle di elezione è sicuramente l’EMDR. Vi consiglio di leggere il link di riferimento a un mio articolo in proposito “Lasciare il passato nel passato” non è solo il titolo di un libro.

Certo è che è bene non fermarsi al fai da te ma rivolgersi a un professionista accreditato poiché la soluzione esiste ma deve essere ricercata seriamente .

Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
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