Come psicologa a Torino http://www.natalipsicologatorino uno dei disturbi più comuni che mi trovo a trattare è il DOC.

Come guarire dai disturbi ossessivi compulsivi? Scopri le cause e come guarire grazie alla terapia psicologica individuale.

Questa volta iniziamo al contrario, dall’epidemiologia, poiché anch’essa è parte del trattamento del DOC (disturbo ossessivo compulsivo).

Cosa dicono gli studi sull’esordio?

E’ precoce, nel circa 80% dei pazienti ha avuto inizio prima dei 18 anni (e il problema si sta allargando tra i bambini). Questo non vuol dire che non vi possa essere un esordio tardivo, soprattutto in concomitanza con situazioni delicate del ciclo di vita. Ad es. nelle donne una maggiore incidenza in seguito alla gravidanza (per una voce controcorrente sulla gravidanza: Pentirsi di essere madri. Liberamente tratto dal libro di Orna Donath

Il disturbo colpisce nello stesso modo uomini e donne. Negli Stati Uniti rappresenta il 4 disturbo più comune e peraltro le ricerche stanno proseguendo. Proprio per questo motivo, mentre nel DSMIV (Manuale diagnostico statistico per la classificazione dei disturbi mentali, ovvero la Bibbia degli Psichiatri) era semplicemente incluso tra i disturbi d’ansia, nella versione successiva diventa “categoria autonoma”, insieme ad altri disturbi (Obessive-Compulsive and Related Disorders) ad esso correlati.

Fin qui il “mal comune mezzo gaudio”,  per rassicurare non solo i pazienti che vedo nel mio studio di Torino, ma anche tutti quelli che ne soffrono e sono tanti (magari anche non sapendolo) TERAPIA INDIVIDUALE

Quando parliamo di DOC di cosa parliamo?

  • Esso è caratterizzato da OSSESSIONI ovvero pensieri, impulsi e immagini mentali intrusivi e ricorrenti, percepiti come incontrollabili. Ovviamente sono percepite come molto disturbanti e viste come eccessive.
  • Esse tendenzialmente attivano le COMPULSIONI che avrebbero lo scopo di ridurre l’ansia dovuta ai pensieri ossessivi. Diventano pertanto una soluzione inefficace e parte del problema stesso. 

Sono anche dette RITUALI poiché sono comportamenti ripetitivi  (riordinare, lavarsi le mani etc.) o azioni mentali (pregare, ripetere formule etc.). Tendono a diventare velocemente rigide ed eccessive.

Così le ossessioni e le compulsioni si trasformano in SINTOMI, ovvero tentativi di controllare il problema. Pertanto essi stessi ne diventano parte.

Ve ne sono di diversi tipi, ne citerò solo alcuni:

Non tollerare che gli oggetti siano posti in modo asimmetrico o disordinato. Pentole, tazze, asciugamani, cancelleria, tutto deve essere perfettamente allineato;

-Avere paura che alcuni oggetti possano creare contaminazione ovvero che, ad es. siringhe, urine, carne cruda, sushi etc. possano “portare malattie gravi” se le persone entrano in contatto con esse.;

Pensare che alcune superstizioni possano essere il modo per risolvere altri problemi (e ciò rimanda al pensiero magico del bambino). Non si possono vedere alcune cose (gatti neri, suore etc.) o farne altre (passare sotto una scala etc….), oppure è obbligatorio fare altro (saltare sulle strisce pedonali, calpestare le piastrelle quadrate) affinché si possano verificare eventi favorevoli oppure fare in modo che non si verifichino eventi spiacevoli.

Quali son le emozioni collegate?

  1. Disagio
  2. paura
  3. senso di colpa per ciò che stanno facendo.

Oltre a ciò sono tendenzialmente persone che hanno una scarsa empatia, faticano ad entrare in una relazione intima profonda e hanno un fortissimo senso del controllo (questo in caso di personalità ossessiva)

Inoltre, presentandosi in maniera ripetuta e persistente creano una fortissima dose di ansia che in qualche modo deve essere tenuta sotto controllo.

Quale è l’origine?

Come spesso accade non esiste un’unica “causa” ma una serie di caratteristiche che portano a d esso.

Ricollegandosi ai sensi di colpa che provano gli ossessivi, possiamo dire che ne esistono di due tipi:

  • la colpa cosiddetta “altruistica”, che deriverebbe dall’aver danneggiato qualcuno con una nostra azione oppure per non avere fatto qualcosa);

  • una colpa “deontologica” che consisterebbe nel non essere andati incontro ad una norma morale anche se non si è danneggiato nessuno. 

Chi è affetto da DOC prova proprio questo tipo di “colpa” e l’unico modo per tenerlo a bada sarebbe quello di “dedicarsi” a rituali è assolutamente insopportabile.

Pensando di essere senza dubbio colpevoli sovrastimano le minacce e sottostimano le loro risorse. L’unico modo, dal loro punto di vista, per fa si che non avverrà l’evento tanto temuto è modificare la realtà attraverso i rituali.

Il punto di vista sistemico va in questa direzione.Valeria Ugazio nel suo libro “Storie permesse, storie proibite”(Bollati Boringhieri, Torino, 2018) afferma che un disturbo ossessivo compulsivo si sviluppa in quelle famiglie nelle quali il “bene” si presenta come privazione del male. Sono sistemi famigliari nei quali si vive nel sacrificio, nell’astinenza e in cui il “cattivo” è corrotto, aggressivo, egoista e ciò è espresso ad es. attraverso la sessualità e l’affermazione (negativa) di sé.

I soggetti con disturbo ossessivo compulsivo si collocherebbero nel polo negativo di questa polarità buono/cattivo.

COME SI RISOLVE? 

Esistono tutta una serie di tecniche per “tenere” a bada i stintomi, mutuati dalla terapia cognitiva (e non solo, ad es: “Lasciare il passato nel passato” non è solo il titolo di un libro. Nei casi più gravi è anche possibile ricorrere (per un periodo di tempo limitato) fino ad arrivare, nei casi più gravi, ad una terapia farmacologica.

Ovviamente tutto ciò da solo non è sufficiente per risolvere il problema, che ha radici profonde nelle storie famigliari di questi pazienti. Interessante è anche considerare il momento in cui esso si è sviluppato e le motivazioni ambientali che hanno portato al suo “innesco”.

Tutto ciò ovviamente solo grazie all’aiuto di un professionista. Cammino necessario che porterà a vedere il mondo sotto altri punti di vista (e a stare decisamente meglio!).

Per dirla con le parole di J.K. Rowling: “Le persone hanno l’incredibile capacità di riuscire a scegliere con precisione quelle cose che per se stessi sono le peggiori”.

Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
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