Che cos’è il disturbo narcisistico di personalità?Quali sono le principali cause?

È abbastanza usuale, quando vedo per la prima volta i clienti nel mio studio di Torino TERAPIA INDIVIDUALE, sentir dalle loro voci una diagnosi, ad es. “Sono depresso”, “Ho un disturbo ipocondriaco” e via di questo passo.

Le donne poi aggiungono: “Mio marito è un narcisista” e devo dire che quest’ultima diagnosi va per la maggiore ( TERAPIA DI COPPIA ).

Tali etichette sono usate spesso impropriamente poiché narciso non è solo un uomo che si presenta molto ben vestito, attento al proprio outfit e alla “macchina cabrio”. In terapia non basta questo per fare una diagnosi!

In psicologia il narcisismo può essere definito come la concentrazione di interessi psicologici sull’Io.

Ricordiamo però che, mentre esiste un “narcisismo sano” che altro non è che una delle tappe di sviluppo del bambino, ne esiste anche uno “malato”, quando il soggetto è troppo concentrato sui propri bisogni e sulla loro soddisfazione e l’altro esiste solo in funzione della loro soddisfazione.

Per inquadrare la tipologia questa volta non vi parlerò di etimologia (vedasi precedenti articoli) ma di miti. Il mito di Narciso si trova nelle metamorfosi di Ovidio (libro terzo, vv.339-510). La ninfa Liriope partorisce un bambino di nome Narciso. Ella si rivolge all’indovino Tiresia per sapere come sarà la vita del figlio ed egli risponde che il piccolo avrebbe potuto vivere a lungo e in buona salute solo se non avesse conosciuto mai se stesso.

Ma Narciso quindicenne incontrò la Ninfa Eco che si innamorò di lui, ma fu rifiutata però dal bel giovane che fuggì dicendole: “Preferisco morire piuttosto che darmi a te”. La punizione divina per un giovane che ha fatto troppo soffrire gli altri (fanciulli e fanciulle) non tardò a venire e Artemide lo condannò ad innamorarsi della propria immagine senza essere riamato. Il quadro che meglio rappresenta questo mito (oltre ad essere il più famoso anche il più bello) e’ indubbiamente quello del Caravaggio, conservato alla Galleria Nazionale di Arte Antica, Palazzo Barberini, Roma.

Come si può ben vedere la definizione psicologica ha radici profonde non solo nell’arte ma soprattutto nel mito.

Chi è quindi un (o una) narciso?

Sicuramente ciò che più si avvicina al famoso “principe azzurro” di favolistica memoria.

Un uomo che ammalia, incanta, fa sentire la donna “Madonna”, un seduttore nato che per esistere ha bisogno di continue conferme e di emozioni forti, che diventano droga alla base dell’esistenza stessa.

Solitamente sono persone di successo, molto determinate nel perseguire il loro progetto (se ci credono veramente) attraverso il quale riescono ad avere conferma del loro valore.

Sono persone che vivono di autoreferenzialita’, maestri nel portare acqua al loro mulino, sempre e comunque.

Per dirla come Leo Longanesi: “E’ così egocentrico che se va ad un matrimonio vorrebbe essere la sposa, ad un funerale il morto”.

Ovviamente esiste un “rovescio della medaglia” che è quello che in realtà rende questi uomini molto difficili da trattare a livello terapeutico, poiché ciò che portano in stanza di terapia e’ proprio ciò che ho descritto fino ad ora.

Ma esiste, come è logico, l’altro aspetto che è quello che mi consente di entrare in empatia con loro.Non sono capaci di “essere leggeri” poiché hanno dentro molto paure, prima tra tutti quella di stare da soli e mostrano la loro debolezza con la depressione, l’ipocondria, i silenzi, il malumore che mascherano dietro al loro “mantello di Superman”.

È facilissimo deluderli o ferirli.

Soprattutto la loro infanzia non è stata sicuramente delle più felici.

Raccontano quegli anni come vissuti con distanza emotiva, aspettative molto alte, sofferenza. Sono stati molto amati in realtà, ma se e solo se “si mostravano esattamente come la madre li desiderava”.

Le loro famiglie infatti li vedevano non tanto come erano realmente ma come avrebbero voluto che fossero.

Ci sono anche situazioni in cui essi sono incondizionatamente amati. Comunque vada sono caricati di aspettative grandiose a cui non è per nulla facile aderire.

Ovviamente non tutti i narcisi sono uguali ed in letteratura si è cercato di creare una categorizzazione.

Senza scendere nelle tante disanime per cercare di mettere ordine in questo mondo che V. Lingiardi in un bellissimo libro sul tema ha chiamato “Arcipelago N” (dove N sta per narciso), si potrebbero identificare due categorie la cui differenza è data soprattutto dalla tendenza verso la depressione o la grandiosità :

  • Distruttivi delusivi, sono problematici più dei loro “fratelli di classificazione”.

Oscillano tra grandiosità e svalutazione di se’ e del mondo. Autodistruttivi, pessimisti, convinti di non essere amabili.

Malgrado ciò sono brillanti nel lavoro e splendidi nelle prime fasi del rapporto amoroso. Hanno però grosse difficoltà a investire sul partner e per questo si mostrano scostanti, ostili e isolati.

Per loro non è importante essere graditi e sicuramente non sprizzano gioia di vivere da tutti i pori, soprattutto non sono capaci di accudire.

La loro caratteristica principale è sicuramente l’ambivalenza. 

  • Grandiosi integrati.

Sono solitamente estroversi, intorno a sé hanno molte persone e ne hanno bisogno per espandere il loro se’.

Bravissimi ad adattarsi al mondo circostante però necessitano sempre e comunque di approvazione.

Quando un narciso di questo tipo entra in una stanza non ci sono dubbi sul fatto che lo sia.

Questo perché il possedere, l’offrire agli altri non sono altro che  un modo per manifestare al mondo esterno quanto sono generosi e con una personalità eccezionale, curati da tutti punti di vista: lavorativo professionale e culturale.

In un successivo articolo parlerò delle donne dei narcisi e di come sono in relazione.

Un mondo affascinante a cui avvicinarsi solo se ben corazzati…

Ma che non mancherà di dare soddisfazioni. Insomma: “maneggiare con cura

Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
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