La sessuologia di coppia (terapia sessuologica di coppia) è molto utile per aiutare le coppie in crisi a ritrovare un equilibrio. Scopri nei dettagli di cosa si tratta.

Il letto e’ uno dei campi di battaglia preferiti dalle coppie, ivi incluse quelle che vedo nel mio studio di Torino.

Mia moglie non ha più desiderio sessuale “, “Lui soffre di impotenza /eiaculazione precoce etc”:queste e molte altre (più o meno pittoresche ) sono frasi nelle quali inevitabilmente ci si imbatte trattando i problemi di coppia. Se il “problema è suo/a” allora è semplice :”abbiamo trovato il colpevole basta aggiustarlo”.

Ovviamente le cose sono un po’ (un bel po !) più complicate di così.

Masters e Johnson negli anni ‘60, basandosi su studi di fisiologia e psicologia, ed in particolare su due scoperte chiave (l’HRSC e l’orgasmo clitorideo (“differente” da quello vaginale ), suddivisero la risposta sessuale in 4 fasi:

  1. eccitamento,

  2. plateau,

  3. orgasmo

  4. risoluzione.

La terapia si basava su una serie di “esercizi” (non vi tedio con il protocollo anche se vi immagino curiosi) finalizzati alla soluzione del problema .

Dopo Masters e Johnson molta strada è stata fatta, e molti sono diventati i modi di aiutare le coppie che portano le questioni sessuali in terapia.

I disturbi più comuni tra gli uomini sono:

  • disturbi dell’orgasmo,
  • eiaculazione precoce,
  • impotenza,
  • disturbi del desiderio sessuale,
  • disturbi dell’erezione.

Nelle donne invece:

  • disturbi dell’orgasmo,
  • dell’eccitamento,
  • del desiderio sessuale,
  • vaginismo,
  • dispareunia.

Ciò che conta più di tutto e’ non considerare questi disturbi come un deficit poiché così facendo non si dà la giusta importanza alla dinamica di coppia. Infatti, se si ha paura di fallire nel letto si arriva inevitabilmente a pensare di non poter aver rapporti sessuali soddisfacenti.

È una sorta di profezia che si auto-avvera e ciò che mantiene il meccanismo di base (o almeno i suoi sintomi) è la paura di fallire sessualmente, (ansia da prestazione).

In questo senso è importante invece parlare di desiderio sessuale. Levine  nel 2003 afferma che il desiderio: “e’ la risultante di tutte le forze che ci spingono all’atto sessuale e che da esso ci allontanano”. Il desiderio è quindi ciò che ci permette di stare insieme all’altro, mentre la sua mancanza ha un peso di per se’.

Non si parla quindi solo di meri aspetti sessuali ma anche di tutto ciò che riguarda l’altro e la relazione che abbiamo con lui/ lei.

Dal punto di vista sistemico una coppia è un sistema sociale che viene definito dalla comunicazione tra i partner.

Ciò che rende due persone una coppia vera e propria è soprattutto ciò che includono ed escludono nella loro comunicazione.

Ad un certo punto, all’interno di questa relazione compaiono anche gli aspetti sessuali ed ecco che essa diventa una relazione anche sessuale.

Natalia Ginzburg nel suo libro “Lessico familiare” (1963) parlava di idioletto per indicare quel particolare lessico che diventa parte integrante solo ed esclusivamente di quella famiglia.

Anche le coppie hanno un loro”idioletto sessuale” fatto di segnali e indicazioni che parlano proprio di come stia andando il sesso in quella particolare coppia.

Se è vero ciò che dice Bozon (1998) ovvero che i rapporti sessuali in realtà servono come rituali che confermano validità e stabilità del rapporto, viene da sé che qualsiasi sintomo sessuale viene visto come qualcosa che può mettere in pericolo la stessa esistenza della relazione.

Per questo è necessario correre ai ripari. Il sintomo sessuale non può quindi essere visto come un semplice deficit ma proprio come un problema di coppia. Ad esempio quando uno dei due partner “mette il veto” su qualche aspetto della sessualità, piccolo o grande che sia, è lui (che dice “no”) che stabilisce quello che va evitato ed ha maggior potere

Per il “sì” ci vogliono due persone per il “no” ne basta una sola.

Inutile dire che quando si parla di sesso è bene che il terapeuta stesso abbia una posizione di neutralità nei confronti di entrambi i partner e abbia con la sfera sessuale un rapporto privo di pregiudizi, e libero.

Oltre a ciò è necessario considerare gli obiettivi della terapia, che dovrebbero essere concreti, formulati in modo positivo e a portata della persona che a noi si rivolge. Un grande della terapia sistemica un giorno disse: “Il paziente verrà da voi con il suo biglietto da visita, il vostro scopo non è quello di prenderlo in mano e stracciarlo ma di accoglierlo, e poi girarlo”. Fuor di metafora la terapia, anche quella sessuale, serve per ridefinire alcuni aspetti della coppia ormai divenuti disfunzionali e “tossici”. E farlo attraverso ciò che avviene “sotto le lenzuola” è ancora meglio!

Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
E-mail: info@natalipsicologatorino.it
Tel: 338/3052197