In caso di matrimonio in crisi è possibile ricorrere alla terapia di coppiaTERAPIA DI COPPIA. Scopri come può aiutare i coniugi a non arrivare alla separazione.

Incontrando le coppie in prima seduta, nel mio studio di Torino, a volte ho chiesto loro:”Ma perché avete aspettato così tanto e non siete venuti prima?”.

A volte si attende fino a quando la fine di un rapporto è vicina prima di farsi aiutare.

Ed allora pare che sia veramente l’ ”ultima spiaggia” prima del divorzista.

In effetti anche le ricerche sostengono che le probabilità di “continuare a stare insieme” aumentano se ci si rivolge al terapeuta entro i due anni dall’inizio delle prime avvisaglie.

Se avete letto altri articoli sul mio sito sapete bene che le “coppie” non si “aggiustano”(Insieme a te non ci sto più )e che non è detto che “stare insieme a tutti i costi” sia la cosa migliore (per sé e per la relazione), ma ci si può provare!

Fatte queste (doverose) premesse abbiamo anche delle notizie positive: dopo una terapia di coppia il 70% sta meglio di prima e la situazione di benessere ha effetti anche sulla vita individuale e lavorativa.

Come funziona? 

Fate un breve esperimento.

Una sera, mentre siete seduti sul divano dopo cena, tranquilli, iniziate a discutere su chi deve tenere il telecomando e su quali programmi guardare. Presto vi renderete conto che in realtà le vostre discussioni non riguardano solo la serie tv ma sotto c’è molto ma molto di più (ed il telecomando è solo una scusa).

Lo scopo della terapia di coppia innanzitutto è quello di creare un punto di vista differente su quello che succede nella coppia e per farlo bisogna “depatologicizzare” il lui o la lei. Non è sempre colpa dell’uno o dell’altro ma è la relazione ad essersi ammalata. 

E se si sta litigando diamo per scontato che non sia perché vogliamo annientare l’altro (e se vogliamo farlo con “scienza e coscienza” almeno che vi sia anche la conoscenza!) ma che ormai siamo entrati nella “ruota del criceto” e non riusciamo a uscirne.

Per capire ciò bisogna mettersi “nei panni dell’altro”( più facile a dirsi che a farsi, se non si hanno gli strumenti giusti che solo un professionista può fornire). 

Saper ascoltare, mettersi nei panni dell’altro, parlarsi senza ferirsi.Queste sono le cose essenziali. Non per nulla nella maggior parte dei casi le relazioni si “ammalano” di “mala comunicazione”.

Ricordiamo poi che le persone prima di avere una relazione sono comunque individui con le loro storie ed i loro vissuti

E spesso e volentieri sono proprio storie personali passate che “interferiscono” con la soluzione “sana”dei problemi. Quindi un buon terapeuta di coppia dovrà anche occuparsi di questi aspetti, cercando di lavorare su quali parti “agganciano” l’altro facendolo “scoppiare”.

E qui si può declinare il verbo in molti modi, da tranquilli scambi di opinioni che non sono assolutamente bandite, anzi poiché lo fossero il rischio sarebbe comunque un conflitto celato, fino ad arrivare a rabbia esplosiva e pericolosa.

Spesso poi il rischio è dare per scontato il rapporto. 

Durante una terapia di coppia chiesi ai due coniugi (coppia sposata da 12 anni con figli di 8 e 10 anni): ”Quale è stata l’ultima volta che siete andati a mangiarvi una pizza insieme?”. Il loro sguardo valse più di mille parole!

Infatti, soprattutto “dopo i figli” lo spazio per la coppia si assottiglia sempre più fino a sparire e quindi ciascun membro finisce per fare vita a sé senza considerare che c’è anche un “noi”. Ovviamente lo spazio personale è fondamentale ma lo è altrettanto quello della coppia. La routine “uccide” i singoli ma anche il “noi”. Cielo! Mia suocera!!!

J.M. Coetzee afferma: ”Si fa l’abitudine a tutto, anche al continuo peggioramento di ciò che già era ai limiti della sopportazione”.

Altro elemento fondamentale è aiutare la coppia a rafforzarsi non permettendo ad altri che si intromettano (soprattutto alle famiglie di origine si veda…). Il “noi” deve venire prima di tutto, ovviamente senza farlo diventare una gabbia.“Io Mammeta E Tu” Quando la coppia è formata da tre persone.

Ora, direte voi” Facile a dirsi” ma in realtà (aggiungo io) “anche a farsi”. Certo non lo si può fare da soli, ed è per questo che rivolgersi a un professionista se realmente tenete alla vostra relazione(e a voi stessi) è l’investimento migliore che possiate fare. Sceglietelo con cura senza attendere oltre.

Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
E-mail: info@natalipsicologatorino.it
Tel: 338/3052197