“Fai il necessario per realizzare il tuo desiderio più ardente e finirai per realizzarlo “. L. V. Beethoven. 

Per capire questo articolo è necessario leggerne uno scritto precedentemente dal titolo: “Lasciare il passato nel passato non è solo il titolo di un libro”. Non per auto citarmi ma in caso contrario si capirebbe poco/nulla di questo quindi prendetevi 3 minuti di orologio per farlo ora.

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Fatto?(non barate!).

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Bene allora riprendiamo. Ho constatato che i musicisti che vedo nel mio studio di Torino, e che lamentano ansia da palcoscenico spesso, scavando scavando, hanno alle spalle una serie di “t piccoli” (sempre per modo di dire, ma chiamati cosi per utilizzare un linguaggio tecnico) che possono avere radici lontane. Ricordano la volta in cui, durante il saggio, hanno fatto delle figuracce davanti a tutti per via dell’emozione, o la volta in cui hanno sbagliato qualche passaggio ed il Maestro di turno, molto …”empaticamente” ha fatto notare loro una serie di questioni; oppure della volta in cui si è proprio sentito in concerto che quelle note erano sbagliate. Per non parlare del fallimento di un (uno solo? )concorso. Ecco, la nostra mente non fa che “registrare” nei circuiti neuronali questi ricordi negativi e tirare fuori l’ansia da palco ben prima di salirci.

L’EMDR ha lo scopo di andare a desensibilizzare i ricordi di quei momenti (citati in modo semplicistico per ovvi motivi divulgativi) in modo tale che essi rimangano solo più “dei brutti ricordi” passati e soprattutto non in grado di ferire. Per farlo sono necessari: un protocollo, dei ricordi target e un terapeuta preparato (oltre, ovviamente, alla voglia di mettersi in gioco da parte del paziente). Si può ben capire che ciò che trovate in rete con altisonanti titoli “come superare ansia da palco in 7(5/3/10) mosse” è assolutamente inutile. Soprattutto dovete affidarvi solo a psicoterapeuti preparati (controllate sempre sul sito www.emdr.it quello più vicino a voi).

Oltre a ciò e’ anche possibile, sempre attraverso l’ EMDR, “preparare” il paziente alla performance che dovrà affrontare. Quindi non solo desensibilizzare i ricordi traumatici dei concerti precedenti ma anche far immaginare un concerto futuro (tra uno, due, tre mesi o giu di li’) o un concorso in cui l’ansia (e non lo strumento) potrebbe far da padrone. “Quando pensi a quella situazione… di quali risorse pensi potresti aver bisogno? . Oppure: “ Come ti piacerebbe sentirti su quel palcoscenico?”. 

Queste sono solo alcune delle domande che vengono poste in seduta e sono solo un“assaggio”. Attraverso riflessioni di questo tipo è possibile “installare” le risorse necessarie per superare traguardi futuri (avere una buona performance durante un concerto o superare un concorso). 

Si agisce prendendo a prestito dal nostro bagaglio di ricordi quelli “sani e positivi” di situazioni che possono essere utili anche per il futuro.

Per fare cioè non basta “parlarsi” ma sono necessari una serie di passi che permetteranno di ottenere il risultato sperato.

Insomma l’EMDR non serve solo per spiegare al nostro cervello che ciò che ci è accaduto ora è solo più un brutto ricordo ma anche per aiutarlo a credere in sé e questo servirà per superare le difficoltà future, inevitabili nella vita. 

A tutti i musicisti che sono alla ricerca di soluzioni serie mi sento di consigliarlo, percorso che và ben oltre i  “consigli del cuggggino” o delle tecniche di PNL. L’azione è ben più profonda ed efficace. Basta provare.

PS. Sono stata volutamente “vaga” per evitare il “fai da te” che non solo è inutile ma anche e soprattutto dannoso. Se volete veramente cambiare fatelo profondamente e seriamente. Parafrasando il detto della nonna: “Per essere bravi bisogna un pò impegnarsi” psicologicamente parlando.

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Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
E-mail: info@natalipsicologatorino.it
Tel:338/3052197