Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a veder voi stessi. Coraggio! E’ proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva.
Dal film L’attimo fuggente

Questo articolo potrebbe essere considerato la continuazione di: “Basta ora chiamo un psicologo” (se volete potete dare un’occhiata).
Diamo per scontato che vogliate provare un bravo psicologo a Torino (ma non solo).

 

Come scegliere uno psicologo BRAVO a Torino?

Come fare? Su quali principi basarsi?

 

1) PASSAPAROLA
Così come chiedereste al vostro medico di base il nominativo di un buon oculista (cardiologo, nutrizionista etc.) o al vostro meccanico di fiducia un gommista, così potete iniziare a fare un’indagine tra i vostri amici, conoscenti o colleghi. Qualcuno sicuramente avrà fatto questa esperienza. Chiedete perché si sono trovati bene, cosa li ha colpiti, che problema avevano e cosa è servito ad aiutarli nel modo di lavorare dello psicoterapeuta al quale si erano rivolti.
Certo, non è una sicurezza poiché ciascun individuo è diverso: ciò che è servito a qualcuno può essere addirittura controproducente per qualcun altro. Inoltre (mi pare scontato ma è bene dirlo) e’ bene che “i migliori amici” o familiari stretti non condividano lo stesso terapeuta. A meno che non sia il terapeuta stesso a convocare il familiare, ma questo all’interno di un piano terapeutico ben preciso.

2) INTERNET

Se proprio non avete un nominativo allora guardate su internet, perdeteci un po’ di tempo…Iniziate con il diffidare da tutti coloro che presentano facili soluzioni a problemi tutt’altro che facili, comode, certo, ma non risolutive. Poi navigate un po’. Guardate il sito professionale del terapeuta o il suo profilo FB (sempre professionale) ma soprattutto chiedetevi: “Io da uno/una così ci andrei?”. Guardate la foto, come si presenta, se c’è coerenza in quello che scrive, se ha i titoli per esercitare (vedi punto 3), e “ascoltatevi”, sentite se quella persona semplicemente vi “ispira”.

3) VICINANZA E COSTI

Non sono problemi proprio di poco conto ma non fate l’errore di scegliere un terapeuta solo perché è sotto casa. Non è la lontananza dal luogo di lavoro o dall’abitazione il discrimine bensì come vi sentite con lui/lei, se vi aiuta. Non importa se dovete fare 2 o 10 Km. Poiché sarete comunque ripagati dal vostro stare meglio.
Sui costi...Innanzitutto sfatiamo il mito che le “terapie sono care” e che “bisogna andare tutte le settimane”. Ci sono orientamenti che prevedono una visita settimanale, altri quindicinale ma ciò dipende solo ed esclusivamente dall’approccio teorico utilizzato. Inoltre gli psicoterapeuti sono professionisti che hanno fatto un lungo percorso per arrivare a prendersi cura delle persone e devono continuare a formarsi. Avete comunque il diritto di conoscere il costo preventivamente, già dalla prima telefonata.

4) ORA AVETE IL NOME

Avete scelto “sulla carta”. Vale la pena di controllare che sia realmente iscritto all’albo. Potete farlo su www.psy.it alla voce “Albo”, lista che racchiude tutti professionisti psicologi e psicoterapeuti d’Italia.

5) PRIMA TELEFONATA

Questa è la parte più difficile poiché tra quando si ha il nome e quando si telefona possono anche passare mesi. Se si riesce però a comporre il numero si è fatto già il 50% del lavoro terapeutico. In questa prima (a volte imbarazzata) telefonata potete chiedere ciò che desiderate calcolando però che essa non equivale al primo appuntamento.

6) IL GRAN GIORNO: L’APPUNTAMENTO (IL PRIMO).

A questo punto non vi resta che  rispondere mentalmente a queste domande:
Studio:
Sto bene in questo posto ?
Terapeuta:
Mi fa sentire a mio agio?
Lo sento giudicante?
È professionale e competente?
Mi trasmette sicurezza e tranquillità ?
Vuole darmi “facili soluzioni” o andare a fondo del problema ?
….
Non posso dirvi che sarà sempre facilissimo ed a volte vi verrà voglia di mollare, in altre (nella maggior parte) sarete molto felici di averlo intrapreso ed alla fine vi chiederete: “Perché ho atteso tanto?!”

Trovo sia molto vero ciò che dice Carl Gustav Jung:“Ciò a cui opponi resistenza persiste”, quindi tanto vale provarci!

PS. Il quadro è dell’artista siciliana Stefania Bruno, esperta di sand art (arte della sabbia) : www.stefaniabruno.it

 

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Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
E-mail: info@natalipsicologatorino.it
Tel:338/3052197