Quando ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a trovarli.
(Woody Allen)

Spesso i pazienti, e non solo quelli che vedo nel mio studio di Torino, sono convinti…:”vado dallo psicologo perché così mi dice cosa devo fare” o, in alternativa: “aggiusta mio figlio (marito/moglie)“.

Uso una metafora per trasmettere al paziente l’idea che le soluzioni non sono fuori di lui ma in lui. E’ come se arrivassero con una cassetta degli attrezzi disordinata: punte di trapano, cacciavite a stella, a brugola, chiodi e chi più ne ha più ne metta. Solo che se devono piantare un quadro non è detto che trovino il chiodo al primo colpo, non solo perché è tutto in disordine ma anche perché non sono sicuri di possederlo. Scopo del terapeuta è “fare ordine” in quella cassetta degli attrezzi, aiutando l’altro a prendere consapevolezza di ciò che già posseggono, oppure “andando a comprare assieme” ciò che non hanno.

Anche lo psicologo ha la sua cassetta degli attrezzi. Uno degli strumenti maggiormente utilizzati dai terapeuti sistemici è il genogramma (letteralmente “peso dei geni”). Esso è stato proposto più di trent’anni or sono da un terapeuta familiare, Murray Bowen, con lo scopo di mettere su carta le storie familiari di più generazioni, al contempo focalizzando l’attenzione sui legami tra le parti, oltre che sulle separazioni e su una serie di eventi (aborti, divorzi etc…). Insomma una sorta di grande albero genealogico, di quelli che si vedono nei musei, ma con una veste “psi “. Esso è utilizzato dal terapeuta familiare per avere un quadro trigenerazionale del paziente, per sistematizzare le informazioni che egli ci fornisce, quindi per “fare ordine”, aiutandolo non solo a organizzare il materiale ma anche a considerare i racconti familiari da un altro punto di vista. Si considerano tre generazioni (fino ai nonni per intenderci) per andare ad analizzare cosa essi hanno lasciato in “eredità ” non solo al paziente ma anche ai suoi genitori (che a loro volta sono stati “figli”, ruolo che non viene sempre preso in considerazione) e come tale eredità influenza il paziente stesso e le relazioni che egli instaura.

Tale strumento permette di porre analisi a livelli e differenti. Ad es. ci consente di capire come i valori si sono trasmessi a livello trigenerazionale, oppure se qualcosa in questo passaggio si è “inceppato” o è stato rifiutato; quali informazioni riguardano i processi di perdita e separazione, come essi sono considerati nell’ambito familiare. E’ lecito fare scelte differenti rispetto a quelle “permesse” in famiglia ? Se non è possibile quale è la “pena ” da pagare se ci si vuole discostare? Quali sono i miti delle generazioni precedenti?

E cosa ci hanno insegnato le nostre famiglie d’origine sul rapporto di coppia ?
Innumerevoli sono le suggestioni a cui questo strumento può dare vita, ma credo sia utile soprattutto a quel processo di riscrittura della propria storia personale che avviene in stanza di terapia.
Provare per credere!

fare coming-out, famiglia d’origine, famiglie opprimenti, Woody Allen, rapporto genitori figli, difficile rapporto genitori-figli, Psicologo, Torino
Dott.ssa Sabina Natali, Psicologa, Psicoterapeuta Torino
C.so IV Novembre, 8.
E-mail: info@natalipsicologatorino.it
Tel:338/3052197